venerdì 5 settembre 2014

Un sogno alla crema e il suo schianto con la realtà

Il risveglio è sempre una questione delicata. L’unico orologio di casa si è incantato alle 10.15 e, fino all’arrivo di una nuova scorta di stilo, non è altro che una riproduzione della copertina di Abbey Road dei Beatles. Gran bell’ornamento ma utilità zero.

Apro gli occhi, non so che ore sono e fino a quando sosto tra il sonno e la veglia non mi resta che il dialogo interiore con me stessa in questo ordine: “che ore saranno?!” e “voglio un caffé”. Stamattina il mio primo pensiero è stato “voglio cucinare la crema”.

Interessante modo di tornare al mondo con lo stomaco brontolante e il desiderio furioso di dolci home-made. Sì, perché io vengo al mondo ogni mattina, risorgo dalle ceneri del mio sonno come uno zombie riportato in vita da un incantesimo woodoo. Devo applicarmi per reagire al passaggio. Curioso, no? Il mio rapporto con il sonno ha qualcosa di bizzarro e i momenti che lo precedono e lo seguono sono sempre i più complicati. Non è sufficiente che io non sia in grado di addormentarmi a comando e necessariamente pretendo che sia il sonno a prendere me mentre mi intrattengo in qualche modo. Non la voglio questa responsabilità. Anche venire fuori dalle coperte, abbandonare magari il mio sogno a metà, non mi appare per il momento una pratica semplicissima da compiere. Mi sono sempre chiesta come facciano quelli che appena aprono gli occhi ad essere scattanti e pronti a cavalcare la giornata come se venissero fuori da
una seduta super lusso in una spa e un colloquio rigenerante con un motivatore specializzato. Io mi motivo attraverso lo stomaco con un bel caffè e poi forse comincio a ricordarmi di quello che ho attorno. Un non-morto assetato di caffeina!

dal film Julie and Julia

Per tornare a questa mattina devo tornare alla crema, quella che ho imparato a fare anni fa quando all’università non mi bastava la brioche comprata al supermercato. È una di quelle strane voglie che arriva all’improvviso. E non si dica che sono incinta perché non lo sono. Mi scommetterei i prossimi 20 caffè che qualcuno stia pensando “ecco, arriva il baby!”. Nessun baby in arrivo, solo una gran voglia di odore di forno e limone grattugiato, di cucchiai di legno e bigné o torte da farcire. Basta poco, che ci vuole, giusto? Basterebbe andare in cucina e preparare la crema che ha farcito la mia immaginazione mattutina del risveglio. Non esattamente.

dal film Julie and Julia
Questo mi riporta, senza apparente soluzione di continuità, a qualcosa di molto sottovalutato ma assolutamente fondamentale per una amante della cucina come me: le abitudini australiane in fatto di elettrodomestici! Ho sempre dato per scontato che l’unico fornello possibile fosse quello a gas, con la fiamma che moduli a piacimento. Ebbene no, mai dare nulla per scontato perché un giorno vi potrebbe capitare di dover fare i conti con le sovrastimate piastre elettriche. Ecco perché il mio sogno di crema si sgonfia all’improvviso e mi resta solo l’acquolina in bocca. Non solo ho un fornello a piastre ma anche con le peggiori esistenti nel raggio di kilometri. Loro si infuocano, non sono regolabili, non prevedono minimum e maximum e assalgono le mie pietanze con la veemenza del “tutto e subito”. Stanno alla buona cucina come una presa elettrica sta alle dita di un bambino curioso. Allora penso all’atmosfera eterna del mescolare a fiamma bassa – so che solo grandi amanti della cucina potranno capirmi – ma c’è una magia nel cucinare capace di coinvolgere tutti i sensi e di sfibrarsi in un fornello a piastre. È la mia carrozza che si trasforma in una zucca rinsecchita.

Com’era la canzone? I sogni son desideri…. Il passo dal sogno alla realtà è breve. Ed ecco che tutta la mia italianità ne viene fuori frustrata da uno stupidissimo fornello a piastre mentre continuo ad immaginare il sapore della mia buona crema che sfuma in un leggero puzzo di bruciato!

3 commenti:

  1. Ma ce l'hai una ricetta buona per la crema?
    Comunque mai dimenticherò la tua faccia la prima volta che dormisti a casa. Appena suonata la sveglia io spazzavo il pavimento e tu mi guardavi con un' espressione che era tra l'incredulità e il terrore.

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    1. Certo, crema chantilly! Comunque le mie facce al risveglio sono storiche!
      Per colmare la delusione di ieri ho fatto la focaccia ripiena oggi ;)

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  2. ma la chantilly è n'altra storia

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