Chi ha seguito la prima stagione è, in questi
giorni, sicuramente alle prese con la seconda stagione, dal sottotitolo Asylum,
in onda in Italia dal 3 febbraio sul canale Fox di Sky. Stiamo parlando di American
Horror Story, serie ideata dagli stessi creatori di Glee, Ryan Murphy e Brad
Falchuk, i quali in questa seconda sfida hanno abbandonato il filo tematico
della prima stagione per ambientare i nuovi personaggi in un istituto
psichiatrico
Dopo un attesa da count down, l’inizio della
seconda stagione mi ha lasciata un po’ perplessa.
Ad eccezione dell’eccellente fotografia, e
dell’ottima scelta del cast, l’idea alla base di Asylum mi sembra un po’ forzata
e pretenziosa.
Prima puntata che, se nelle intenzioni, voleva
presentare tutti i personaggi, nella pratica si è trasformata in un calderone
di riferimenti all’apartheid, agli alieni, alle pratiche disumane in voga nei
manicomi durante gli anni 60, per non parlare del tema dell’omosessualità e
della censura. Insomma, troppa carne al fuoco.
Un po’ meglio la seconda puntata in cui a fare
da padrona è la possessione satanica e il ruolo del clero nella cura delle
malattie mentali.
La coerenza e il giusto equilibrio tra
suspense e colpi di scena della prima stagione lasciano qui il posto quasi ad
una foga narrativa che sembra voler cavalcare l’onda ancora viva del successo.
La narrazione non è lineare, probabilmente a servizio di più indirizzi narrativi
che però fanno procedere il racconto a ritmi instabili rompendo il gioco di tensione.
Unica nota di splendore: Jessica Lange.
Sarebbe stato di maggiore impatto lasciarle interpretare un ruolo fuori dalle
sue corde, però. Una volta ogni tanto!!!
In attesa delle puntate seguenti.....spero di
ricredermi. Intanto aspetto il colpo di scena che mi lasci incollata al divano.
Nessun commento:
Posta un commento