Ho
sempre avuto una passione irrefrenabile per le storie e le leggende perché è il
passato a conferire al popolo la sua identità. E l’identità di un popolo
risiede anche nelle tradizioni che con caparbietà un popolo tramanda di
generazione in generazione.
Il fascino
tutto particolare delle tradizioni popolari si amplifica, poi, quando, in fondo
ad una pratica condivisa e consolidata, come può essere una commemorazione,
scopri esserci una ritualità che ha del magico
e quasi del mistico.
Ancora
più sbalorditivo è venire a conoscenza di rituali imprescindibili che hanno
come oggetto di venerazione un pene gigante.
Succede
in Giappone, nella città di Kawasaki, e facciamo presto noi occidentali a
scandalizzarci o a stranirci, abituati come siamo a limitare la ritualità ad
una religiosità che in fondo ci incute anche un po’ di timore.
Ma
portare in processione un pene gigante è una pratica vecchia quanto il mondo,
sin da quando, nel mondo greco classico, durante le Falloforie in onore di
Priapo e Dioniso, si portavano in corteo grossi falli di legno a scopo
propiziatorio. Molto diffuse nei territori agricoli della Grecia, ma anche in Italia,
le processioni terminavano con una pioggia di acqua mista a miele e succo
d'uva, indirizzata verso i campi, che rappresentava l'eiaculazione del seme
origine della vita e quindi propiziava l'abbondanza del raccolto.
In
Giappone invece, ancora oggi, una volta all’anno si festeggia la festa del Kanamara Matsuri, la quale risale all’epoca
Edo, durante la quale le prostitute usavano recarsi al tempio per pregare sia
per l’incremento dei propri guadagni sia per scongiurare il rischio di
contrarre la sifilide. Oggi invece la ragione del festival è pregare per il
concepimento di un figlio e per scongiurare l’AIDS.
Ma
perché, al di là del suo significato allegorico, un pene gigante?
La
leggenda racconta che “vi era una ragazza
posseduta da un demone, che si era infilato nella sua vagina. Esso mordeva il
pene dei giovani che provavano a possederla, castrandoli. Ma un bel giorno un
fabbro ebbe un’idea: costruì un grosso fallo d’acciaio, con cui penetrò la
giovane, riuscendo finalmente a sconfiggere lo spirito maligno. A ricordo di
questa impresa fu costruito un tempio shintoista, in cui era venerato proprio
il fallo di metallo”.
Il Kanamara
Matsuri è una vera e propria celebrazione cultuale che raduna bambini, adulti e
anziani in un’occasione di venerazione ma anche di festa.
È una
sorta di celebrazione catartica attraverso la quale la raffigurazione
allegorica di un timore, quello di non poter concepire, diventa motivo di
accomunamento e di preghiera.
È affascinante
osservare quanto un simbolo, come quello fallico, assuma significati diversi nelle
varie parti del mondo e veicoli valori così distanti nell’immaginario di massa.
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