C’è di sicuro qualcosa di magico e
incomprensibile nella densità della luce al tramonto. Simile ad una vecchia
gitana adornata di nostalgici monili, coperta di un solo velo di seta da toni
caldi, si distende, si allunga come spossata da una lunga camminata per il
mondo. Amoreggia sinuosa con i campi verdi ricamati da sentieri puntellati di
ghiaia. Signora dei baci strappati, custodisce la pozione capace di dare pace
all’anima, ne sono certa.
Tutti veniamo al mondo con uno strappo, racchiusi in una stretta, abbraccio di vita che
tiene inchiodati. Veniamo al mondo di fretta, e restiamo sospesi fra quel che
ancora non siamo e quel che già stiamo diventando. Impariamo a conoscere il
sorriso, virgola imbiancata distesa su volti familiari. Ci sorprendiamo nello scoprire
quanto sia salata una lacrima quando ancora non ci sono solchi scavati dal
tempo a trattenerla. Spuntiamo di fretta come fiori affamati di primavera.
Le idee più fervide si materializzano sempre alla luce del tramonto. I
pensieri si fanno più chiari e le punte delle dita si riscaldano di un tepore
che sa di cotone arruffato. Con il tramonto zingaro a solleticarmi il naso, ho
starnutito fuori dallo stomaco l’onda che gli si infrangeva contro: voglio
andarmene. Perché non c’è paese che non possa essere il mio, sotto lo stesso
sole danzante a riscaldarmi le dita.
Amo il mio paese, paese di altalene vecchie come la terra che
calpestiamo, di monumenti imbruniti dal tempo, paese di fantasmi erranti,
antico di sapore antico, antico di profumo antico. E dal paese voglio emigrare
nel labirintico fiume di chi per casa ha scelto se stesso.
Per irrinunciabile onestà verso me
stessa, e verso tutte le me che tengo segregate nella mia casa costruita con
mattoni di sabbia, voglio poter
scegliere. E scelgo di non scegliere. Scelgo di non scegliere la strada che
mi hanno messo sotto i piedi. Scelgo di non scegliere la resa. Scelgo di non
scegliere quel che ho davanti. Voglio tutte le strade e tutti i panorami.
Siamo frammenti di stelle piovute a cavallo di un desiderio d’amore,
sputati fuori, nel mondo, da un ventre di mare.
Al mondo veniamo come una miccia che infuoca e al mondo siamo dati….per
raccontare cosa il mondo intero ha conservato di buono per noi.
Passi su passi di un sole zingaro.
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