Come promesso, rieccomi qui a
parlare della serie televisiva Misfits.
Nel mio post precedente (eccolo qui) mi ero soffermata sulle prime tre stagioni. Ne restavano altre due che ho
divorato e non ancora ben digerito. Ma andiamo con ordine.
Innanzitutto ribadisco e
sottolineo che se non avete ancora visto tutte le stagioni forse vi conviene
chiudere improvvisamente questa pagina e sottrarvi al mega spoil che andrò a
fare perché non è proprio possibile adesso camminare sulle uova.
Seconda cosa: ma sarà che hanno
cambiato 1000 volte idee in itinere girando Misfits?
Un’idea me la son fatta.
Dopo le prime tre stagioni, alla
fine delle quali tutti i personaggi o quasi (Curtis durerà solo poche puntate
ancora) hanno abbandonato la serie, agli autori sono rimaste poche vie:
chiudere la serie e inventarsi qualcos’altro, sostituire i personaggi restando
sulle tracce dei precedenti salvo poi migliorarne la caratterizzazione in base
all’analisi dello share o cambiare struttura senza cambiare assolutamente
stile. Io avrei optato per la prima soluzione ma a quanto pare si è preferito
cavalcare l’onda, non perdere il pubblico ormai affezionato alle tutine
arancioni e andare avanti così.
Il risultato è confuso. L’introduzione
di Rudy (che avviene già nella 3° stagione per rimpiazzare Nathan) si rivela
immediatamente un tappabuco, almeno inizialmente. Per tutta la 3° stagione
infatti Rudy non è altro che un copia e incolla di Nathan ma senza essere
Nathan: tentativo fallito. Dopo di che il suo personaggio acquista spessore e
una personalità propria che, sebbene non si allontani moltissimo da quella del
suo predecessore, riesce ad affezionare il pubblico con la sua esilarante,
surreale volgarità comica.
Morto Curtis all’inizio della 4°
stagione vien da chiedersi: ha molto senso andare avanti adesso? Bè, a partire
dalla 4° puntata della 4° stagione vengono introdotti nuovi personaggi e nuove
storie che, a differenza di tutto quello già avvenuto, si svilupperanno
verticalmente e non più in una struttura orizzontale come era stato fino a quel
momento. Per farla semplice, le prime tre stagioni seguono una narrazione che
non si interrompe con il singolo episodio e anche questo ha contribuito a
fidelizzare il pubblico. Dalla morte di Curtis in poi ogni episodio ospiterà
una vicenda che troverà risoluzione alla fine dello stesso. Questo cambio di
struttura non ha giovato moltissimo ad una serie che aveva già subito la
decimazione di tutti i suoi personaggi.
Dunque le ultime due stagioni,
sebbene non siano state un completo disastro, hanno risentito moltissimo di
tutta una serie di scelte che non sono state affatto vincenti. Momento di
massima comicità surreale l’episodio in cui finalmente Alex “del bar” ritrova
il suo pene riacquistando la serenità persa quando glielo avevano rubato. Ora,
a parte piccole trovate come questa, mi riprendo il mega applauso che avevo figuratamente
fatto agli ideatori considerando anche che secondo me si erano ammorbati anche
loro dato lo scontatissimo happy-end della 5° stagione.
Quindi si belle musiche, belle le
prime tre stagioni, originale l’idea iniziale, meraviglioso il personaggio di
Nathan e i dialoghi di Rudy, menzione speciale per il sensibilissimo assistente
sociale omosessuale con la passione per il karaoke.
Ma assolutamente no tutta questa
incoerenza che anche a noi mortali-non-scrittori-di-famose-serie-televisive
salta all’occhio lampante.
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