martedì 12 marzo 2013

LA BANDA DEI PERSEGUITATI: COME FARE DI UN VECCHIO POLITICO UN MARTIRE!



La libertà di espressione qui non è messa in discussione. 
L’insindacabile diritto a protestare non riesce però a fornire una buona, sensata e sufficiente motivazione a quello che abbiamo visto ieri: il Partito delle Libertà protestare dinanzi al tribunale di Milano contro l’aggressione della magistratura nei confronti di Silvio Berlusconi.
Mi commuove cotanta partecipazione e mobilitazione da parte degli esponenti del partito delle libertà, e allo stesso tempo mi fa strabuzzare gli occhi la semplicità con cui rivendicano il diritto alla libertà da quella che definiscono persecuzione per un uomo che è notoriamente coinvolto in questioni al vaglio degli inquirenti.
Ma in Italia, da tempo, ormai si è passato al livello successivo. Indagini, prove, testimonianze, verbali, condanne non hanno valore dinanzi al vittimismo da perseguitato politico di cui il nostro caro ex premier soffre.
Un carabiniere dotato di buon senso ha sottolineato quanta incoerenza ci fosse nel consentire una protesta di tale genere quando tutti i giorni il suo corpo armato è chiamato ad ostacolare manifestanti con motivazioni se vogliamo giuste, intendendo come non trovasse giusta la causa a monte di una mobilitazione di questo tipo e senza precedenti.

Io sono una libera (ma nemmeno troppo!) cittadina che ha ormai grandissima difficoltà a trovare accettabili situazioni di questo genere. Trovo sconcertante assistere alla protesta di massa di un partito, che in ordine perfetto si schiera sulle scalinate di un tribunale e canta l’inno d’Italia allo scopo di opporsi alla persecuzione a cui la magistratura sottopone il suo leader, come se si stesse parlando del Bambin Gesù ingiustamente e illegalmente perseguito dalla legge!
Non mi interessa sprecare il mio tempo a valutare la possibilità o meno che il sig. B sia perseguitato politico, perché fermamente convinta che qui i perseguitati siamo noi e i nostri portafogli. Mi interesserebbe però capire se qualcuno come me ha recepito con preoccupazione il messaggio che è stato lanciato ieri. Non c’è niente di dignitoso nel difendere una persona che notoriamente ha commesso illeciti! Questa immagine del grande uomo martirizzato contro cui un paese intero ha ordito complotti ha stancato.
Si rasenta la follia ormai. Non c’è logica nel mitizzare un uomo che resta un uomo e che per molti (almeno un 30%) sembra essere un divino immortale salvatore della patria che vogliono ostacolare nel suo altruistico tentativo di risollevare le sorti del paese. L’Italia ha una storia particolare e un salvatore della patria lo ha già conosciuto bene, e non credo gli sia molto piaciuto col senno di poi!
Ho visto capi di stato dimettersi per una scappatella extra coniugale e vedo ex premier combattere per negare l’evidenza. Non è un dato elettorale a suggellare la necessità di un paese di avere un determinato candidato, soprattutto quando la legge elettorale necessiterebbe di essere cambiata.
Allora cosa spinge un uomo (ed il suo partito!) a combattere a tutti i costi per rimanere al comando di un paese?

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