Non
si può rimanere inermi dinanzi alle sculture iperrealistiche di Ron Mueck, un’artista
australiano che ha trovato nella figura umana la più alta forma di
ispirazione. Corpi ingigantiti o
miniaturizzati e ritratti nei loro momenti più intimi contribuiscono a sottolineare
i tratti più reconditi della psiche umana che trapela da espressioni di dolore
o sofferenza.
Nato
a Melbourne nel 1958, Ron Mueck si trasferisce a Londra dove ha cominciato a
lavorare come burattinaio per la televisione dei bambini, arte appresa dal
padre. Qui lavora per 15 anni fino a quando, nel 1997 esordisce come artista con
l’opera Dead Dad, realizzata con silicone crudo. Il suo è un approccio
dirompente che si concentra sul dettaglio e la maniacale riproduzione del corpo
umano, che viene raffigurato in tutto il suo realismo.
A
partire dal prossimo 16 aprile sarà possibile ammirare le sue opere presso la
Fondazione Cartier Bresson a Parigi.
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