Da
qualche tempo a questa parte, tra le mie amiche e me aleggia un argomento
ricorrente: il matrimonio. Non si sa ancora se sia dovuto al fatto che siamo
donne o semplicemente alla proliferazione di matrimoni intorno a noi. Sarà
anche che tutti si sposano e a noi non resta che fare la parte delle comari che
commentano e criticano. Che poi è pure piacevole, perché intanto ci risparmiamo
la paranoia di sentirci alla soglia del fatidico sì (è una noia morale essere
messe davanti alla solennità del momento, dovrebbe essere tutto più easy!) e
intanto abbiamo modo di saggiare le tendenze. Alle donne probabilmente piace di
più andarci ai matrimoni che esserne protagoniste, perché finché il tuo ragazzo
si inginocchia ed esibisce il repertorio romantico previsto dal protocollo
della richiesta è tutto splendido, poi quando c’è da mettere d’accordo le
famiglie, scegliere l’abito e convincere le damigelle che non possono mettere
un abito arancione perché a te l’arancione fa proprio schifo, diventa un
delirio.
Essere
la sposa non è sicuramente semplice,
perché poi l’uomo che si è presentato in
ginocchio da te, quando si rialza entra nell’ordine di idee che il suo lo ha
fatto e che il matrimonio lo organizza la donna, mascherandosi dietro una falsa
accondiscendenza e un quanto mai evidente bisogno di dimenticare che sta per
andare all’altare. Eh già perché gli uomini sono strani in fatto di matrimonio:
te lo chiedono dopo un tempo imprecisabile, avendo avuto la necessità di
pensarci seriamente, dopo giungono alla conclusione che sei tu la donna della
loro vita (come se 5 o 10 anni di fidanzamento non sono stati un banco di prova
sufficiente!), progettano sorprese da film strappalacrime e poi…..dopo che
hanno decretato il verdetto, si danno tutto il tempo della preparazione del
matrimonio per pensarci ancora. Per non parlare del fatto che la vivono come
una processione verso il patibolo. Ma in fondo è un luogo comune che agli
uomini piace. E noi lasciamo che a loro piaccia, perché non puoi mai togliere
ad un uomo il suo giochino ed aspettarti che poi faccia come dici tu.
Nel
frattempo dunque la donna si affanna nei preparativi e maledice il giorno in
cui, con fierezza, aveva dichiarato di dissentire da chi prepara i matrimoni a
partire da un anno e mezzo prima. La casa, il vestito, il vestito di lui (che
se non lo aiuti è capace di presentarsi con il panciotto di broccato!!!), le
bomboniere (e devi convincere la nonna che il pataccone di swaroskij non è
proprio quello che avevi pensato!), il corredo, il comune, la chiesa, la sala
ricevimenti. E a tutto ciò occorre aggiungere anche la necessità di risolvere
tutta una serie di questioni che hanno a che vedere con la tradizione. E diciamolo,
ci sono tradizioni che si fa fatica anche a pensare che si siano trasmesse fino
a noi. Ma tu non vuoi deludere nessuno, allora meglio di un diplomatico di fama
internazione provi a cercare dei compromessi che vadano bene a tutti. Presa dalla
gestione del progetto cominci a dimenticare quanto sia stato romantico dire si
al tuo uomo e inizi a pensare che forse sarebbe stato meglio andare a
convivere. Ci pensi, ci ripensi e ti convinci che, no, stai facendo la cosa
giusta. Solo una donna è in grado di conferire buon gusto ad una cerimonia di
nozze e che per certi versi è anche giusto che sia la sposa a disegnare il
giorno più importante della sua vita a suo gusto e piacimento. Fai la lista di
cosa resta da fare e…ti eri dimenticata del fotografo! Sono tutti bravi. Di
questi tempi poi, uno vale l’altro, meglio risparmiare! Un’amica ti passa un
contatto, chiami e anche questa è fatta.
Sarà un
giorno emozionante, ne sei certa, e tu cercherai di non piangere se no ti cola
il trucco!
Ormai
sei sposata, il giorno delle tue nozze è passato. Tuo marito ormai si sente
ufficialmente al cappio, tua madre ha smesso di piangere e finalmente riesci anche
a scartare i regali.
Hai anche
trovato il tempo di andare a ritirare l’album di nozze. La cerimonia è andata,
adesso resta godersi il risultato. Lo sfogli e…….ricordi tutto. Mentre un po’
imbarazzata e un po’ stanca seguivi le istruzioni del fotografo e non vedevi l’ora
di entrare in sala a mangiare, lui si era sdraiato e aveva chiesto a voi due di
appoggiarvi l’uno all’altra facendovi leva sulla base di una statua di marmo
messa lì al centro di un giardino fiorito. La sala non l’avevi scelta tu, aveva
insistito tuo padre perché gli piaceva l’ambientazione neoclassica. “Si, dai,
questa è l’ultima” avevi pensato. Ti dice di alzare un braccio e tu esausta lo
hai anche alzato. Clik clik, e lui che dal basso scattava scattava scattava. Proprio
un buon lavoro! Ma adesso, mentre osservi il risultato……tra un bacio e un
sorriso, una corsa tra gli alberi e un salto, tra i ricordi migliori hai anche
una bella istantanea di te che, con un braccio alzato, sembri reggere le palle
dell’Apollo che era tanto piaciuto a tuo padre.
questa foto è stata presa dalla pagina fb Il Peggio della Fotografia Made in Italy |
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