mercoledì 20 febbraio 2013

MATTINA



Sveglia presto, i denti ancora serrati in una stretta che addormenta la faccia, il sonno spinge con mani sudate verso questa mattinata grigia e appesantita da miriadi di goccioline che lavano la faccia alla realtà.
Opera di Maggie Taylor
Notte strana questa da cui vengo fuori come una zombie stanca, notte di coscienza assalita, notte di riflessi in specchi distorti. La notte è fatta per godersi la carezza vellutata del silenzio; la notte è fatta per riposare l’orecchio nell’assenza. Non ammettono violenze le mie notti di pensieri che stridono nella vita che tace.
Non sono mai stata una persona priva di passioni. Ad essere sincera fino in fondo, mi sono sempre retta su grandi passioni. Ho sempre creduto che vivere significasse prendere di petto il mondo come la vela fa con il vento e viaggiare… Invece a volte mi sono trascinata attraverso percorsi che hanno solo tracciato solchi che trattengono ciò che rifiuto per me.
Ci sono parole per ogni cosa, come per questa mattina cadente che zoppica reggendosi sulla mia spalla. Bisogna reinventarsi! Chi lo ha detto? Ed io mi voglio reinventare lavata delle scorie dell’ultimo anno. Intanto la luce, che filtra nei prismi acquei di questa mattina bagnata, arrivano come lame nei miei occhi assonnati. Le mandibole cominciano a sciogliersi, il caffè a fluire.
Il disordine di parole che scazzottano fra di loro mette ordine intorno mentre fuori ad ogni parola, aggrappato ad ogni loro sillaba, si sedimenta l’urlo che si conserva, vistoso in potenza, discreto in presenza.
Fuori di me si fa la storia, si fa l’inganno, crollano stati, si innalzano idoli, si bruciano bandiere, mentre io ricamo le parole come centrini che diventano tappeti sotto i miei stessi passi.
I libri mi guardano dalla scrivania, ammiccano e come le sirene di Ulisse mi invitano. Che ebbrezza mi darebbe aprirli e scoprire le loro pagine bianche, immacolate, come arrese all’impossibilità di farsi maestre!
Non voglio maestri oggi, non voglio massime che ambiscono a fare da bussole, non voglio giganti del passato e predicatori del futuro. Voglio scivolare anche io, slegata dalle briglie di false verità costruite con il sudore della dissimulazione, su questa giornata inaspettata di pioggia.

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