sabato 23 febbraio 2013

LE AVVENTURE DELLA MIA AMICA CHRYSAORA - PUNTATA 1


In alto, un esemplare di medusa Chrysaora




Non è da tutti avere la fortuna che io ho. E la mia fortuna, per essere precisi, consiste nell’avere un’amica davvero speciale, che rappresenta la gran parte del ventaglio di amicizie secolari che uno si porta dietro dall’infanzia.
Qui la chiamerò Chrysaora, e non perché abbia particolare attinenza fisica o comportamentale con una crisalide preistorica (anche perché la Chrysaora è una medusa), ma perché, per ovvi motivi di sopravvivenza, mi conviene ribattezzarla diversamente e mettermi al riparo da possibili svelamenti di identità, considerando anche la mia intenzione di rivelare particolari più o meno scabrosi della sua esilarante persona.
Per tornare alla scelta del nome, non credo ce ne sia uno più adatto. La Chrysaora è una medusa particolarmente urticante, il che già dice molto della mia amica che, molto similmente ad una medusa, colpisce inosservata, e prende il suo nome dal personaggio della mitologia greca Crisaore, nato dallo scandaloso coito tra Poseidone e Medusa a cui Atena, casta e pura, fu costretta ad assistere.
Conosco Chrysaora praticamente da sempre, o almeno da quando
indossavamo gonne pieghettate e calzettoni. È stata la mia compagna di tutto, di banco, di campeggio, di bevute e soprattutto di cazzate. Insomma, crescendo le attività da condividere diventano sempre più allettanti! E così dal compito in classe fatto in società, attraverso un bel po’ di cose fatte in società, siamo addirittura passate ad avere casa in società. Non c’è che dire….anzi c’è molto da dire. Perché la mia amica Chrysaora, come ho già avuto modo di dire, è una persona davvero speciale. E sottolineo speciale non per mera captatio benevolentia, anche perché benevolentia di chi?, ma perché voglio intendere proprio speciale, e forse più di speciale. Lei è singolare, tipica. Un soggetto a se stante.
Si tipica, nel senso che di tipi come lei in giro non ce ne sono molti e lei rappresenta certamente un esemplare tipico.
La cosa bella che ho capito sin da subito è che per me avere un’amica come lei significa avere sempre a disposizione una fonte inesauribile di allegria, un complice capace di assecondare le mie follie e una cabarettista personale con un talento particolarissimo per le gag alla Stanlio e Olio.

Nel 1994 io e la mia amica Chrysaora stavamo campeggiando con il nostro gruppo scout in una località montana che porta il nome di Rapone, credo di non sapere nemmeno dove sia, e fu lì che condividemmo un’esperienza topica: vedemmo per la prima volta nella nostra vita (avevamo solo 10/11 anni) un paio di tette, che non fossero le nostre e le chiamo tette perché ad 11 anni ti fa anche senso chiamarli seni. Quando si fa vita da scout si fa vita comunitaria e quindi, tra ragazze, nessuna si vergognava di nessuna. La portatrice delle suddette tette si spogliò davanti a noi, che, diciamolo, a 11 anni eravamo quanto di più lontano c’è dall’essere anche solo ragazze, e ci lasciò per così dire…perplesse. Ci rimanemmo anche male. Come quando fai una scoperta che aspettavi di fare da tempo e non trovi quello che ti aspettavi. Ognuna aveva a mala pena scoperto il suo di corpo, e nemmeno tanto, e all’improvviso ci erano state sbattute in faccia un paio di tette dalla forma stranissima. 
Quel giorno venimmo iniziate al meraviglioso e sfaccettato mondo del seno femminile e capimmo che esistono forme inimmaginabili e che non bisogna mai rischiare di giudicare un seno da come lo vedi vestito e imbrigliato, ma ti conviene sempre aspettare il momento adatto per guardarlo da vicino per dire che forma abbia veramente. Sono tutte bone nei wonderbra
Quel campeggio fu una completa rivelazione….ma non posso rivelare tutto, altrimenti ci perdo gusto. 


N.B. Riferimenti a cose o persone sono assolutamente NON casuali. Si garantisce l’assoluta veridicità dei fatti.
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