sabato 23 febbraio 2013

IL FEMMINISMO è SOLO UN'ALTRA ETICHETTA



Le donne non chiedono di essere comprese per il fatto di essere donne. Non si raccontano balle, non si vergognano di voler sembrare migliori. Le donne non se la prendono se si dà loro delle superficiali, perché alle donne piace essere se stesse, nella diversità della loro imperfezione e nella perfettibilità del loro aspetto, ed è troppo facile usare l’etichetta della superficialità per tacciare un atteggiamento che non si comprende.  
Perché una donna riesce sempre ad apparire diversa da com’è nell’intimità della sua stanza, e riesce ad essere trasformista pur rimanendo fedele a se stessa. C’è una malleabilità nelle donne che le pone un passo avanti rispetto agli uomini, e le fa viaggiare ad una velocità maggiore, rendendole più adattabili a qualsiasi situazione. Negare questo significherebbe negare un dato di fatto.
Le donne piangono guardando un film la domenica sera e il lunedì mattina bacchettano in ufficio
il collega che ha svolto male una pratica. Soffrono perché si aspettavano una parola dolce e non l’hanno ricevuta e sanno dire no all’amore quando si accorgono che si è trasformato in qualcosa d’altro. Le donne restano ragazze dentro tutta la vita, e non si offendono se non vengono definite donne perché quello che conta è il sentirsi donna e le definizioni e le classificazioni le lasciano agli uomini.
Le donne non hanno bisogno di un gruppo per sentire di avere un ruolo, riescono a trovare una soluzione in tutte le situazioni, e non pensano quasi mai che un problema sia irrisolvibile.
Non chiedete mai ad una donna di descriversi perché probabilmente non riuscirebbe a farlo. Sono moltissime le sfumature che rendono una donna, a seconda delle situazioni, una mamma, una moglie o un capo autoritario. E allo stesso tempo tutto questo insieme. Perché essere una donna non è mai stato semplice e pensare che questa sia un’ovvietà con cui la Storia ha ritagliato uno spazio per descrivere l’universo femminile è da persone grette. Non è mai stato semplice riuscire a trovare l’equilibrio tra quello che siamo, quello che ci si aspetta da noi, e quello che ognuno a modo suo crede che dovremmo essere. Ma essere donna ha significato anche questo, combattere le proprie piccole battaglie quotidiane con la consapevolezza di poterle vincere.
Le donne hanno fatto la Storia accanto agli uomini, hanno consolato soldati sconfitti, allevato figli e pianto la loro morte, costruito ideologie, abbattuto tabù, manovrato la politica, combattuto sui campi di battaglia, hanno svolto lavori da uomini rimanendo donne nel profondo, hanno sacrificato la vita per non scendere a compromessi. E sono rimaste donne, non si sono mai fatte piegare. Perché una donna non la pieghi, la tolleranza e la sopportazione sono radicate nel suo essere. Le donne sono state fisicamente create per reggere il mondo perché fisicamente create per sopportare le lacerazioni e la violenza del parto. Non c’è nulla di più violento e dolcissimo allo stesso tempo: la contraddizione che si risolve in se stessa. E se un essere così complesso e sfaccettato viene imputato di gretto femminismo quando giunge alla consapevolezza della sua diversità, della sua complessità…non c’è molto altro che si possa dire allora.
Perché, tra le altre cose, ce n’è una che le donne sanno fare bene: rimanere in silenzio, perché hanno capito anche questo, che anche il silenzio è un mezzo.

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