Succede che ci si innamori, all’improvviso, senza
volerlo, senza programmarlo.
L’amore non è solo l’amore per un uomo, per un
genitore, per un figlio. È nel suo statuto essere riconosciuto come un
sentimento universale che muove le persone. L’amore per l’arte, per la vita, per la
natura. Tutto ciò riesce a migliorare il modo in cui ci rapportiamo al mondo, a
quello che ci circonda. Riesce a renderci più sensibili verso i microcosmi che
fanno da corolla alla nostra vita di ogni giorno.
Io mi sono innamorata di una donna che fece dell’amore
la spina dorsale della sua esistenza. Una donna che amò la vita con lo stesso
trasporto con cui la vita invece non ripagò lei, FRIDA KAHLO.
Frida Kahlo è stata una pittrice, senza mai averlo deciso.
Uno spirito unico vissuto sul filo spinoso del male fisico e del tormento
artistico.
Quello con Frida è stato un vero e proprio colpo di
fulmine. È stato uno di quegli incontri che ti cambia la vita, perché da quel
momento in poi cominci a vedere tutto attraverso il riflesso di una
consapevolezza maggiore. E questo credo accada perché c’è sempre una verità in
fondo alle cose, una verità che viene acquisita nel tempo e che spetta a noi,
alla nostra curiosità, scovare e accogliere, e lasciare che ci arricchisca.
Ci sono vite che lasciano nella storia un segno
talmente tangibile da non poterlo proprio ignorare. Ci sono vite che hanno
avuto un peso così consistente nell’evoluzione dell’uomo da non poter fingere
che siano solo passati relegati alla storia. E poi ci sono donne il cui vissuto
ha un fascino così ammaliante, che un giorno ne vieni rapita e non te ne liberi
più.
Io posso dire cosa Frida sia per me. Non posso dire
cosa rappresenti nella Storia. E per me Frida Kahlo è quell’ombra che avanza al
ritmo dei monili con cui amava adornarsi e porta nell’arte le forme, i colori e
i contenuti di cui l’Arte, soprattutto quella al femminile, necessitava.
Frida è la vita che diventa Arte, è la voce che
diventa quadro, è la lacrima che scorre su un sorriso distorto. È la
femminilità percossa da se stessa. È la colonna che si frantuma e raccoglie i
suoi pezzi alla bene e meglio e continua a sorreggersi. Frida è l’amore che si autodistrugge, è il grande
albero sferzato dal vento che affonda le sue radici profonde in un paese amato.
È lo strumento attraverso cui si allunga la Storia fatta dai grandi uomini, dal
popolo e dagli invisibili.
È l’emblema della donna che rimane piccola nelle sue
debolezze, mentre nel frattempo si ingigantisce nelle miniature delle sue
descrizioni pittoriche surreali.
Nascosta dietro gonnoni multicolore e pettinature
complicatissime, adornata alla maniera tradizionale messicana, Frida è stata e rimane la modernità, il simbolo della
femminilità che si rigenera dalla sua stessa forza. La Rivoluzione.
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