sabato 16 febbraio 2013

La mia vita a balze



Parte dalla testa e si scioglie nello stomaco, scorre nelle gambe e si addensa sotto i piedi: sfuggo a me stessa e non mi acchiappo. Balzo da un ciottolo all’altro senza raggiungere nessuna riva.
La mia vita a balze. Un titolo perfetto per il libro che avrei nella testa e che nella realtà continua a restare foglio bianco immacolato. Come le balze di una gonna indossata in un giorno di festa, le mie parole si sovrappongono, morbide, a creare movimenti che alleggeriscono il passo.
Siamo attratti dalle forme e dai colori, da tagli sartoriali a cui assegniamo il compito di esprimere un nostro stile. Ci presentiamo al mondo aggrappati a immagini che parlino prima di noi, laddove ci mancheranno certamente le parole giuste.

Sbircio nel mio armadio e scopro un accumulo insolito di balze che fa capolino da ogni angolo. Strano – penso – io le balze non le ho mai amate particolarmente! Ma, fermandomi un secondo a riflettere, realizzo che ci sono cose che scegliamo per ciò che ci trasmettono e non per quello che sono in grado di comunicare di noi al mondo. Non tutto diventa strumento nelle nostre mani per fortuna….e nelle mani di una donna (o almeno nelle mie) un tripudio di balze può significare volume, brio, tono, e nient’altro. Ed ecco che riscopro il mio armadio pieno di balze e, ad eccezione del vestito color rame, a balze, è ovvio, che ho indossato per il giorno della mia cena di laurea, nessun altra di quelle stoffe di dubbia sobrietà ha mai avuto il piacere di venirsene a spasso sul mio corpo! Eppure è li, riposta fra gli indumenti che ipoteticamente potrei decidere di indossare. Devo essermi fatta affascinare dalla dinamica della stoffa, dal vago ricalcare gli anni 30 di alcuni di loro…ma sono lì, del tutto inutilizzati.
Non è la celebrazione del consumismo cieco, no, il mio armadio è sempre stato la celebrazione della casualità, del monotematico, del semplicismo più che della semplicità. Eppure mi ritrovo un armadio a balze e concludo che non è il mio armadio ad essere a balze ma è la mia vita ad esserlo. Come una piramide morbida degrada e si snoda su livelli diversi. Forse per questo la mia anima, attraverso il mio occhio, fra mille possibili scelte, individua sempre una balza fra mille sobrie soluzioni e se ne ciba. Attraverso quei radar scrutanti che sono gli occhi la mia anima si affaccia a curiosare nel mondo delle forme e, è evidente, è solo in quella stravaganza della moda che si rispecchia meglio. Pago in fretta, porto a casa e ripongo l’ultimo acquisto nell’armadio. Il giorno dopo ho già dimenticato quell’impalcatura di tessuto che, se indosso, mi fa sembrare una bambola imbellettata che gioca davanti ad uno specchio.

Balza dopo balza saltello da un pensiero all’altro e do una forma ai miei pensieri sfuggenti e capricciosi che una forma la rifiutano prepotentemente. L’ho sempre detto di detestare le forme ma non ho mai detto di essere capace di evitare che esse tiranneggino sulla mia volontà. Lo fanno e qualche volta ne escono vittoriose, maschere ghignanti di quelle immagini che più si avvicinano a quel che, con difficoltà, vorrei estrapolare da me.

Per ora vivo una vita a balze che ballonzola da una riva all’altra del mio io, disinvolta, serrata in una torta nuziale di stoffa!!

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