martedì 25 giugno 2013

da L'albergo delle donne tristi di Marcela Serrano

"(...) Sapeva bene di non essere facilitata per quello che riguarda l'isolamento creativo. lo spiegava a Emilia
(il suo interlocutore preferito). Quando sarai una vera pittrice, ricordati che la differenza tra un uomo e una donna nel gesto creativo è la seguente: c'è sempre una donna che chiude a chiave la porta affinché il genio maschile possa esprimersi; lo separa dal mondo, risolve tutto per lui in modo che possa rimanere concentrato e puro, tiene alla larga gli intrusi e le quisquiglie quotidiane e provvede a tutto all'esterno cosicché all'interno lo spazio possa irradiare solo la sua luce. A una donna, Emilia cara, nessuno fa il favore di chiudere la porta. Se poi è madre, non riuscirà nemmeno a chiuderla da sé. Al primo lamento del figlio, anche se ha già vent'anni e vive in un altro continente, l'aprirà, si lascerà alle spalle la dimensione sublime di non importa quale creazione e correrà da lui. In altre parole, non è solo il fatto di non avere una sposa devota che ci impedisce di isolarci: è la maternità. La maternità e l'isolamento sono realtà irreparabilmente in conflitto. Il vincolo è costituito dagli aspetti prosaici, Emilia, che ci ancorano alla vita; che alla fine - a prescindere dalla qualità, dalla bellezza o meno dalla creazione -rendono diverso il prodotto artistico o intellettuale di una donna. Come vedi, non è un discorso completamente negativo, non potrai negare che è interessante che i risultati finali esprimano una differenza.
La diversità è tanto bella quanto necessaria, Emilia! Che non ti venga mai in mente di dire che vorresti essere un uomo perché ti sarebbe più facile dipingere."

Marcela Serrano (da L'albergo delle donne tristi).

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