Per chi non ne sapesse
nulla, per chi si è perso la prima stagione, per chi si fa frenare dal titolo e
per chi crede che sia la solita serie tv american style sull’universo
adolescenziale, è il momento di ricredersi, mettersi in pari e dare un’occhiata
alla serie tv HBO, prodotta da Judd Apatow dall’ingannevole e poco pretenzioso
titolo GIRLS, in onda con la seconda stagione su MTV ogni mercoledì alle 23.10
circa.
Girls racconta lo
spaccato di vita di quattro amiche poco più che ventenni nella Grande Mela, che
detta così sembrerebbe di parlare di una copia di Sex and the City e, a dire il
vero, in molti hanno preso a considerare la serie come l’erede di quella in cui
protagonista era Carrie. Ma qui è tutta un’altra storia.
Diretta e interpretata
dalla giovanissima Lena Duhnam (classe ’86), Girls è probabilmente l’esempio
più lampante di come si possa partorire una serie su quattro giovani
adolescenti senza cadere nel già visto e già sentito, soprattutto per chi è
cresciuto a pane e Beverly Hills, Dawson Creek, O.C. .
È vero, protagoniste
sono 4 ragazze più o meno incasinate e squattrinate che vivono a New York alle
prese con lavoro, amori, difficoltà di sussistenza e chi più ne ha più ne
metta. La differenza qui la fa lo stile, che non ha nulla di quella patina
glitterata che tanto ha uniformato le più recenti produzioni sugli spaccati
generazionali.
Hanna, la
protagonista, è una ragazza un po’ goffa che si ritrova un giorno a dover
provvedere a se stessa, dopo che i genitori decidono di sottrarle qualsiasi
sostegno economico. Laureata in Lettere e con ambizioni da scrittrice, Hanna
(interpretata dalla regista Lena Duhnam) vivrà così il suo precariato come ogni
ragazza della sua generazione.

Si potrebbe dire che
la HBO questa volta ha puntato su una “commedia drammatica” in cui ironia e
riflessione si mescolano allo scopo di soddisfare tutti i palati.
Una nota di merito va
ai dialoghi, che qualche volta raggiungono punte massime di assurdità che solo
gli appassionati di Gilmore Girls possono dire di conoscere. La narrazione dei
fatti è sempre scorrevole, le situazioni non sono quasi mai improbabili ma non
per questo scontate. E finalmente, per una volta, dopo Ugly Betty, che redime
la sua goffaggine facendo carriera in un’agenzia di moda, arriva Girls a
tracciare il ritratto di una ragazza incasinata, ambiziosa, arguta e non troppo
affascinante senza mire da carta patinata.
Perché si può essere
un po’ in sovrappeso, laureate in Lettere, squattrinate e stravaganti ed essere
allo stesso tempo molto interessanti.
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