E a me piacerebbe poter trasformare in parole un
bello sbuffo, di quelli fatti a pieni polmoni e un’espressione di compassione.
Perché solo quella faccia lì, con gli angoli della bocca piegati in giù, mi
viene d’istinto quando vedo cose che mi lasciano senza parole.
Le parole non sono sempre sufficienti a dire le cose
come stanno, ad esprimere un sentimento
o a trasmettere un messaggio. Mi viene solo da aprire le braccia e dire “non ci credo”.
Ci sono persone che non troveranno mai la sicurezza
che vorrebbero e la cercano nelle cose, nei termini che li definiscono. E allora
smetti di essere Tizio o Caio e diventi il marito di, il proprietario di,
l’amico di, e dai una spazzolata veloce e decisa a quello che eri sempre stato
per cominciare ad essere uno che si tiene dritto su scelte che per caso o
stanchezza ha fatto all’improvviso. Oppure ti auto trasformi nella
testimonianza vivente che le cose vanno dove le hai volute far andare senza
tenere conto di cosa hai lasciato per strada. E continui a mettere le mani
avanti per paura di essere intercettato, o interferito direi io.
Ci sono strade che cominciano come bellissimi e ampi
stradoni luminosi in cui tutto è possibile e si trasformano in milioni di
vicoli stretti e impercorribili in cui cominci a nutrire il terrore che
qualcuno possa aggiungersi a rubare spazio e tempo all’intimità che hai creato
nella tua vita. Un’intimità che, per come la vedo io, è fumo negli occhi,
illusione di stabilità, il timbro che ti serviva per vederti legittimato.
E continui ad avere paura che qualcuno ti rubi la
felicità?
Non c’è spazio per queste persone se non in qualche
angolo malato del cervello, sotto qualche neurone inceppato o nei ricordi appassiti.
Non c’è che rimpianto per essere incappati sul
percorso di chi crede che la felicità sia un progetto prestabilito a cui
servono componenti ben precise, di chi crede che esibirla significhi viverla.
Non c’è nulla di sacro nel credere di essere nati una
seconda volta per illudersi di essere felici davvero.
Non si lascia nulla dietro e non si strumentalizza la
propria vita per sentirsi a posto con se stessi, perché si è troppo occupati,
troppo preoccupati, perché si è troppo felici per condividere la propria gioia
con gli altri.
Se un lampo di lucidità improvvisa ti ha strappato
via il velo dagli occhi deve averti anche dato il coraggio di voltare i tacchi
e gridare al mondo che le cose non capitano, si fanno capitare! Che sei stato
una persona fortunata, che ti senti una persona migliore!
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