Il guastatore appartiene ad una categoria che negli ultimi tempi ha
trovato il modo più comodo per dissimulare la propria vera natura. Ammantato di
un concretismo e di un realismo che finge sia dettato dalla difficoltà dei tempi,
si dà arie di razionalità e attendibilità concedendosi il lusso di innalzarsi a
supremo critico di qualunque cosa.
È l’esperto della vita capace di discernere
il giusto dallo sbagliato, di giudicare l’operato altrui senza la minima
considerazione e rispetto per l’altro. È un campione di distruttivismo che
gongola al solo pensiero di aver risposto alle tendenze imperanti con un
giudizio frettoloso, un consiglio spassionato e, direi io, un’invadenza non
richiesta.
Il guastatore è colui che crede che spazzolare via le speranze degli
altri sia responsabile e doveroso se dal minuscolo universo in cui vive ritiene
che tali speranze siano anacronistiche. Mi sorge il dubbio che conosca anche il
significato di anacronismo, ma possiamo essere pur certi che il guastatore sa
cosa significhi sentirsi al posto giusto nel momento giusto. Sì, perché che sia
il tuo migliore amico, tuo padre o un professorone della più rinomata
università italiana, il tipo-guastatore si è auto-insignito del titolo di
esperto e attraverso la leggerezza di una frase che pronuncia con estrema
sicurezza si colloca perfettamente a passo con l’inclinazione dominante: la
superficialità.
Essere superficiali, impertinenti, saccenti e affetti da uno spiccato
senso di superiorità sono tutte caratteristiche che inconsapevolmente quasi
tutti i guastatori professionisti mirano a possedere.
Il guastatore è colui che crede che non valga mai la pena provare, che
la fregatura sia dietro l’angolo, è colui che con competenza e regolarità
disordina le idee degli altri; è colui che possiede di natura un diploma in
distruzionismo.
Il guastatore è colui che crede che non esista pazienza che regga al
suo martellante assillo. È colui che con costanza e inspiegabile professionismo
liquida i progetti altrui con quattro frasi buttate lì.
Tipiche espressioni da guastatore sono:
“Dov’è che devi andare!”, “Non vale la pena provare”, “Non ci sperare,
se non sei figlio di…”, “Pensa alle cose serie!”, fino a sfociare in frasi del
tipo “Sono tutte cazzate”, “Figurati se ci riesci” e “Non andare dietro a
certe cavolate”. Che poi 1. quali sono le cose serie?; 2. chi ti ha dato il
sacro metro di saggezza per distinguere le cazzate dalle non-cazzate?; 3. cosa cappero
stai facendo tu di meglio per dire che non ne vale la pena?.
Il guastatore è un cancro che si insinua tra le persone e distrugge le
pazienze. Perché far fronte ai guastatori significa centuplicare la stima di se
stessi anche quando non si hanno tutti gli strumenti per farlo. Significa fare
uno sforzo immane per tapparsi le orecchie e ignorare il colpo basso. Perché se
è vero che ognuno è responsabile per sé, è anche vero che non viviamo in bolle
di sapone a tenuta stagna e coinvolgere gli altri nella propria vita non è così
strano come sembrerebbe agli occhi di un cinico arrampicatore sociale di quarta
categoria.
Anche questo è vivere insieme, potersi fidare dell’appoggio
incondizionato di chi ti rispetta. Il rispetto di un individuo non passa per la
condivisione o meno delle sue idee, ma nell’assoluta fiducia nelle sue
potenzialità, che sono pari alle potenzialità di tutti.
I guastatori sono ovunque. Anche tuo padre potrebbe essere il tuo
guastatore. Non serve avere grandi qualifiche per innalzarsi al rango di
guastatore. Basta avere la naturale tendenza a credere che non valga la pena
fare molti sforzi per essere felici, perché si è convinti che il mondo faccia
abbastanza schifo così e la cosa più saggia da fare sia galleggiare e tirare
avanti come muli coi paraocchi.
Un altro deprecabile marchio del guastatore è il facile giudizio. Generalmente
il guastatore giudica con estrema facilità esercitando un’autorità che non si
basa su nulla. Giudica di poco conto ciò che per un altro potrebbe voler
significare il sogno di una vita, non si mette mai in discussione e dimostra
poco rispetto per i valori altrui. Il guastatore non ammette alternative e non
conosce scale di valori variabili.
Nonostante l’innegabile complessità che comporti essere un guastatore,
i guastatori proliferano e dilagano in ogni tipo di ambiente.
Difficile riconoscere un guastatore quando si è circondati da un
esercito di guastatori, ma basta fermarsi un attimo a riflettere a tutte le
volte che qualcuno ha deliberatamente e infondatamente contraddetto un’opinione
per il semplice gusto della contraddizione ed ecco che avrete trovato il vostro
guastatore. Il guastatore, tra le varie cose, è colui che crede di conoscere il
mondo meglio di te perciò si maschera spesso sotto le sembianze del supremo
consigliere che vi toccherà anche ringraziare per la tempestività con cui vi
elargisce i suoi saggi consigli. Badate a non suscitare le sue ire nel caso in
cui decideste di non seguire il suo consiglio. Il guastatore dà consigli come
doni irrifiutabili. Rifiutare il consiglio di un guastatore equivale ad
irritare la sua estrema disponibilità e la considerazione che gentilmente vi ha
riservato.
Il guastatore è l’anziano stanco che aspetta la pensione ogni mese e i
risultati del referto medico e si è dimenticato che ci sono vite che cominciano
adesso. È il padre che voleva il figlio ingegnere e invece si è ritrovato il
figlio capra in matematica ed artista. È
la madre che voleva che la figlia fosse prima ballerina alla Scala e invece a
sua figlia piace la chimica.
Guastatori sono tutti i genitori di oggi che non capiscono quanto sia
fondamentale per noi sperare che qualcosa possiamo ancora farlo perché non ci è
rimasto molto in cui confidare ciecamente. Sono tutti coloro che non hanno ben
chiaro che reinventarsi tutti i giorni è quantomeno doveroso altrimenti si
corre il rischio di svegliarsi domani senza sapere che strada prendere.
Guastatori sono quelli che non hanno la minima idea che oltre alla
lotta per la sopravvivenza sociale esistono lotte per la piccola felicità
quotidiana senza la quale si andrebbe a dormire con l’amaro in bocca notte dopo
notte.
Guastatori sono anche quelli che non conoscono la soddisfazione
personale di aver fatto qualcosa di buono per se stessi, sono quelli che non
conoscono se stessi e non hanno mai voluto essere niente se non quello che gli
hanno detto di essere. Sono quelli che non hanno passioni e le 24 ore iniziano
con un sbuffo e terminano con uno sbuffo.
Ma guastatori sono soprattutto quelli che non sanno vedere la bellezza
da nessuna parte e che se anche gli si spiegasse che prendere il meglio nel
peggio alleggerirebbe il carico di frustrazione giornaliera ti risponderebbero:
“Ma pensa alle cose serie!”.
C.D.
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