domenica 17 marzo 2013

IL MONOSTILE DI CERTA STAMPA: IL LUOGO COMUNE DELL'INFORMAZIONE



Il Giornale, di proprietà della famiglia B. e diretto da Alessandro Sallusti, oggi titolava la notizia dell'elezione dei due presidenti alle Camere così: "Una comunista e un ex pm: la sinistra occupa le Camere". Se ci si fermasse solo al titolo la ripugnanza per questo tipo di giornalismo potrebbe essere contenuto, ma bisogna leggerlo e abbandonarsi completamente al disprezzo per questo bizzarro modo di essere di parte. 
Perché il giornalismo è di parte, lo sappiamo, ma quando lo è in modo così spudoratamente diffamatorio, gretto e ingiurioso...allora sarebbe il caso di ripensare al ruolo che la stampa ha quando è asservita ai poteri forti, che in questo caso si fa fatica a definire ancora forti, considerati i mezzi a cui una certa parte politica sta ricorrendo per reagire alle ultime svolte poco gradite.
La prosa fantasiosa e colorita non riesce, sebbene il tentativo, ad essere pungente, ottenendo come unico risultato il raggiungimento di una ridicola e risentita esposizione dei fatti, la quale, tra l’altro, si fa forza su un infinito susseguirsi di frasi virgolettate.
La Boldrini è definita comunista, un termine che ormai ha qualcosa di nauseabondo, tanto quanto il termine fascista se venisse abusato – e non lo è - da questa sinistra per apostrofare la fazione politica che ha padroneggiato in Italia negli ultimi anni; a proposito di Grasso si legge che “addirittura” è stato eletto un magistrato, un procuratore antimafia, lo spauracchio di questa destra magistratura-fobica.
Lo stile assunto da questa stampa di scarsissima qualità per sostenere un’idea di politica e di governo che rasenta la follia ha qualcosa di patetico, non nascondendo peraltro il bassissimo tentativo di tenersi a galla per mezzo di luoghi comuni con cui si prova, non senza una ridicolizzazione palese, ad esaltare il maggior numero di invasati e a farne dei seguaci lobotomizzati in grado solo di asserire senza farsi domande.

Questa è la stampa che viene annoverata tra le più autorevoli in Italia. E questo è lo stesso paese in cui si fa presto a proclamare l’incontrovertibile diritto alla libertà d’espressione, mentre da una parte si chiude la bocca alle voci scomode e dall’altra si usa l’agognata libertà d’espressione e il diritto all’informazione a servizio della manipolazione.  

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